INDICE
Italian Abstract
Scopo di questo intervento è quello di contribuire al dibattito sul costrutto di identità sessuale, evidenziando l’esistenza di più di un modello dell’identità sessuale e, dunque, di differenti spiegazioni non solo e non tanto sulla formazione dell’identità sessuale stessa ma, più in generale, sulle dinamiche e sullo sviluppo della più ampia dimensione della sessualità umana. Verranno presentati e discussi due modelli di identità sessuale: il primo, da noi denominato dell’identità-biopsicosociale, distingue all’interno della totalità di una persona i costrutti biologici dell’identità sessuale dai costrutti psicologici; il secondo, denominato dell’identità-comportamentale, definisce l’identità sessuale come l’esito ontogenetico dei comportamenti sessuali dell’individuo attraverso i quali egli costruisce la propria immagine di sé sessuato che include le dimensioni di identità di genere, ruoli di genere e orientamento.
English Abstract
The purpose of this Letter is to contribute to the debate on the construct of sexual identity, highlighting the existence of more than one model of sexual identity and, therefore, not only of different explanations on the formation of sexual identity itself but, more generally, the dynamics and the development of the wider dimensions of human sexuality. It will be presented and discussed two models of sexual identity: the first, which we call the biopsychosocial-identity, distinguishes between biological constructs of sexual identity and psychological constructs within the totality of a person; the second, namely the behavioural identity, defines sexual identity as the result of ontogenetic sexual behavior of the individual including the dimensions of gender identity, gender roles and orientation through which one builds his/her own sexual self-image.
Egregio Editore,
Siamo stati certamente attratti dall’invito che Lei ci ha rivolto sia perché il titolo di questo numero della rivista, L’identità sessuale e il lifelong learning, tocca argomenti che sono stati lungamente trattati nella nostra ricerca sull’identità sessuale (p.e.: FEDERICI, 2001°, 2001b, 2002, 2003; FEDERICI, OLIVETTI BELARDINELLI, 2001; MELONI, MELE, FEDERICI, 2010, 2011°, 2011b; OLIVETTI BELARDINELLI, BRUNETTI, FEDERICI, 2002; OLIVETTI BELARDINELLI, FEDERICI, 2004; OLIVETTI BELARDINELLI, LO PRIORE, et al., 2002), sia perché il modo in cui lei ha declinato l’invito sulla tematica dell’identità sessuale, ricalcando la tendenza probabilmente maggioritaria all’interno degli studi in quest’area, è stato quello di includere all’interno di essa le “tematiche relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale”. È a questo punto che ci siamo fermati nel redigere un articolo scientifico che riportasse gli esiti delle ricerche da noi svolte a riguardo per soffermarci, piuttosto, a riflettere sul significato di identità sessuale, ritenendo che questo meritasse già di per sé un’attenzione particolare. La ragione di questa nostra lettera è dunque quello di sollecitare presso la Sua rivista un dibattito sui modelli che informano la definizione di identità sessuale e come questi si declinano in differenti progetti formativi e educativi.
Modelli di identità sessuale
Chiunque desiderasse approfondire una definizione di identità sessuale si troverebbe di fronte ad almeno due modelli interpretativi (WIKIPEDIA CONTRIBUTORS, 2011). Uno, che chiameremo dell’identità-biopsicosociale, distingue all’interno della totalità di una persona i costrutti biologici dell’identità sessuale dai costrutti psicologici (identità di genere) e sociali (ruolo di genere) (MONEY, 1976, 1990; MONEY, EHRHARDT, 1972; SIMONELLI et al., 2006; VAN DOREN, 2011). Con il termine identità sessuale, nello specifico, ci si riferisce quindi ai fattori biologici e anatomo-fisiologici della femminilità o della mascolinità di un individuo, ossia ai cromosomi sessuali, alle gonadi, alla componente neuro-endocrina, alle strutture riproduttive accessorie interne e agli organi sessuali esterni. Il modello dell’identità-biopsicosociale considera il riconoscimento dell’identità sessuale come l’avvio di un processo esistenziale attraverso il quale l’individuo matura una propria identità personale psicologica e sociale attraverso continue auto-rielaborazioni. Pertanto, l’identità sessuale, che caratterizza anche l’aspetto somatico socialmente riconoscibile del sesso di un individuo, si distingue nettamente dalle altre dimensioni della sessualità umana, ossia da quelle che emergono dai processi transazionali attraverso i quali la persona costruisce una propria soggettiva identità di genere assumendo comportamenti negoziati con i ruoli sociali (ruoli di genere) attribuiti al sesso di appartenenza. Data la natura differente dei costrutti e dimensioni che caratterizzano la totalità sessuale di una persona, l’identità sessuale biologicamente data e l’identità di genere socialmente negoziata e psicologicamente maturata, non sono coincidenti se non per quel processo di maturazione psicosessuale attraverso il quale un individuo costruisce la propria identità di genere (ROGERS, 2000).
Un altro modello, che chiameremo dell’identità-comportamentale, definisce l’identità sessuale non come una dimensione distinta da quella di genere, ruoli di genere e orientamento, ma come l’esito ontogenetico dei comportamenti sessuali dell’individuo attraverso i quali egli costruisce la propria immagine di sé sessuato (WHO, 2006). Secondo questo modello, l’orientamento sessuale assume un’importanza decisiva nella definizione della propria identità sessuale:
‹‹Sexual identity is the overall sexual self identity which includes how the individual identifies as male, female, masculine, feminine, or some combination and the individual’s sexual orientation. It is the internal framework, constructed over time, that allows an individual to organize a self-concept based upon his/her sex, gender, and sexual orientation and to perform socially in regards to his/her perceived sexual capabilities›› (PAHO, 2000, p. 7). Secondo questo modello, certamente sostenuto dalle organizzazioni internazionali della sanità, e che sembra sottostare alla call del numero di questa rivista, l’identità sessuale è l’insieme delle caratteristiche biologiche, ormonali, anatomo-fisiologiche, culturali, pulsionali e affettive che informano il comportamento dell’individuo e le transazioni sociali. Per questa ragione l’identità sessuale assume i connotati di uno schema comportamentale (script culturale) attraverso cui sé e gli altri sono riconosciuti. Come uno script culturale (GODDARD, WIERZBICKA, 2004), l’identità sessuale costituisce una rappresentazione mentale, socialmente condivisa, di una sequenza di azioni e di interazioni, di valori e norme che si susseguono in modo simile e comparabile nel tempo e che si associano a vissuti emotivamente connotati. L’identità sessuale è allora una linea-guida da seguire nella propria interpretazione e spiegazione di eventi e dei propri comportamenti. In base a questo schema di sé e degli altri, culturalmente codificato, l’individuo sa come agire e come rispondere emotivamente seguendo le norme e i valori della gruppo sociale di appartenenza (ANOLLI, 2004). Si comprende allora il perché all’interno di questa definizione assuma un ruolo rilevante l’orientamento sessuale se per questo si intende il comportamento sessualmente orientato (GROLLMAN, 2010).
Così definiti i due principali orientamenti ermeneutici dell’identità sessuale, desideriamo elencare quali, a nostro avviso, sono gli elementi di forza dell’uno e dell’altro modello.
I vantaggi del modello dell’identità-biopsicosociale
I vantaggi del modello dell’identità-comportamentale
Al termine dell’esposizione delle caratteristiche e dei vantaggi dei due differenti modelli interpretativi dell’identità sessuale, ci auguriamo che questa nostra lettera possa contribuire all’apertura di un dibattito sui modelli formativi e pedagogici che possono scaturire dai due differenti approcci all’identità sessuale da questa comunità scientifica da lei rappresentata in qualità di Editore. Abbiamo cercato di contribuire a questo dibattito sul costrutto di identità sessuale, evidenziando ciò che spesso le diverse discipline che se ne occupano a livello scientifico sembrano ignorare, ovvero l’esistenza di più di un modello dell’identità sessuale e, dunque, di differenti spiegazioni non solo e non tanto sulla formazione dell’identità sessuale stessa ma, più in generale, sulle dinamiche e sullo sviluppo della più ampia dimensione della sessualità umana. A partire dai vantaggi che ciascun modello può offrire in relazione ai fenomeni a cui ci si accosta, e che qui sono stati delineati, a noi pare un obiettivo rilevante, all’interno di un dibattito stesso, che ogni studio o ogni indagine che tenti di far luce sui meccanismi della sessualità umana, così come ogni intervento educativo o terapeutico nello stesso ambito, espliciti sempre le premesse da cui muove, ovvero dichiari il modello di identità sessuale su cui è fondato lo studio o l’intervento stesso. La ragione di ciò non sta semplicemente nella possibilità di favorire una validità multidisciplinare all’interno della comunità scientifica, per quanto già questo si configurerebbe come un risultato non di poco conto. Piuttosto, partiamo dalla convinzione che in un’epoca di globalizzazione anche del sapere, di confronto tra discipline differenti in contesti sociali, ambientali e culturali molto diversi, ciò che conta scientificamente non sia tanto l’univocità delle premesse ovvero delle variabili oggetto di studio o di intervento, quanto l’affermazione del principio che siano l’oggetto di studio e il suo contesto a determinare la definizione stessa delle variabili in campo. Non dunque una pretesa di ridurre il pluralismo “democratico” degli approcci ad un regime “monarchico” assolutistico nel quale un modello “vince” sempre sugli altri ma, al contrario, l’affermazione che più modelli possano coesistere a patto di renderli espliciti e, pertanto, oggetti e soggetti di dialogo. Ciò potrebbe contribuire sia alla chiarezza del discorso scientifico, sia alla confrontabilità multidisciplinare, sia alla riduzione della confusione e dell’indeterminatezza che non di rado si riscontrano nei processi educativi e trasformativi nell’ambito della sessualità umana.
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