MONOGRAFICO
La situazione normativa, programmatica ed operativa dell'Educazione degli Adulti in Emilia Romagna.
Analisi e proposte per la definizione e l'avvio di un organico piano di sviluppo regionale*.
di Enzo Morgagni,
docente di Sociologia dell'Educazione, Università di Bologna
Il presente contributo è una rielaborazione di articoli precedentemente pubblicati nell' inserto allegato a "Innovazione Educativa", Nuova serie, Anno 1, N.3-4, Tecnodid, giugno 2004
1. L'integrazione tra scuola e formazione professionale
L'applicazione dell'OM 455/97 del MPI [Nota 1] ha consentito di superare nella Regione Emilia Romagna la precedente logica prevalentemente compensativa ("recupero" in età adulta dei titoli di studio di base) che aveva sostenuto i precedenti interventi statali in materia di EdA, dando ad essa uno sviluppo anche in ordine ai bisogni espansivi dell'adulto e del giovane adulto e a quelli generati dalla domanda di formazione legata a nuovi compiti evolutivi di vita e di lavoro.
Infatti, per effetto di questa Ordinanza, è cresciuto, sia pure con caratteristiche disomogenee e in maniera solo in parte programmata dagli organismi che avrebbero dovuto presidiarlo (perché tuttora largamente inesistenti! Si tratta dei "Comitati provinciali per l'istruzione e la formazione in età adulta" da istituirsi presso i Provveditorati agli Studi, ora CSA), un sistema incardinato nel territorio , in grado di svolgere una funzione educativa dinamica sulla base del principio della concertazione degli interventi tra scuola, EE.LL., associazioni, agenzie formative. [Nota 2 ]
L'OM. 455/97 ha chiamato infatti a interagire i due sistemi paralleli, quello della scuola e quello della formazione professionale, producendo, come esiti dell'interazione, collaborazioni e in taluni casi anche interessanti progetti integrati - specialmente per categorie deboli, quali gli stranieri e i giovani drop out della scuola - costruiti sulla base di convenzioni e protocolli di intesa (CTP di Modena, Bologna, S. Secondo Parmense, Rimini, Piacenza, Fiorenzuola d'Arda..)[Nota 3 ].
Queste collaborazioni/integrazioni sono state sostenute anche da interventi di formazione dei formatori della scuola, della formazione professionale, degli Enti Locali, realizzati congiuntamente dall'IRRE Emilia Romagna e dalla Regione Emilia Romagna (maggio 2000, aprile, giugno 2001) [Nota 4 ], frutto di un'intensa collaborazione tra la Sezione Educazione Permanente dell'IRRE ER e l'Ufficio Sviluppo delle Politiche di Integrazione tra Sistemi Formativi - Assessorato alla Scuola, Università, Formazione, Lavoro, Pari Opportunità della Regione ER, collaborazione che ha avuto il suo riconoscimento formale nel Protocollo d'Intesa siglato tra le due Istituzioni l'11 febbraio 2000 [Nota 5 ].
Grazie a tali azioni è possibile affermare oggi che, nonostante il grave turn-over dei docenti dell'EdA e la necessità che ne consegue di richiamare costantemente in formazione una parte considerevole del personale della scuola, siano presenti nella nostra regione nuclei consistenti di operatori dell'EdA (docenti della scuola, della FP e, in taluni casi, anche operatori del sistema non formale, come le Università della Terza età e del Tempo Libero) dotati di una cultura professionale comune e dialoganti sul territorio. Infatti l'offerta formativa presente sul territorio, pur considerando le disomogeneità locali, si articola in un'ampia varietà di attività aggregabili nelle seguenti tipologie:
-corsi scolastici (alfabetizzazione, scuola media "150 ore", corsi serali scuola secondaria);
-corsi liberi e attività formative (erogati da scuole e/o associazionismo-volontariato formativo e culturale, es. Università per adulti..);
-corsi di formazione professionale per giovani-adulti e adulti.
In ogni caso, pressoché tutte le iniziative di formazione, di rilevamento della domanda e dell'offerta formativa, di progettazione in collaborazione e/o integrazione condotte in questi ultimi tre anni hanno messo in luce anche punti deboli sui quali sarà necessario intervenire e che riguardano, soprattutto:
- difficoltà a rilevare i bisogni formativi di un'utenza variegata e a definire conseguenti
priorità di risposta;
- problematiche legate alla non omogenea distribuzione di offerte formative sul territorio;
- segnali di competitività tra scuole, tra scuole e CFP, tra scuole e associazionismo formativo;
- scarso collegamento tra ordini diversi di scuole;
- la già ricordata carenza di formazione ad hoc di un corpo docente scolastico in parte instabile e non dedicato specificamente all'EdA;
- carenza di risorse umane, finanziarie, tecnico-professionali e strumentali;
- le difficoltà nel raggiungere i pubblici più sfavoriti.
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2. La proposta delle "Linee Guida" per la costruzione di un sistema regionale di educazione degli adulti
La Regione Emilia Romagna ha recepito le indicazioni dell'Accordo tra Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità Montane per riorganizzare e potenziare l'educazione permanete degli adulti del 2 marzo 2000 in sede di Conferenza Unificata Stato, Regioni, Autonomie Locali, operando (col suo Servizio Scuola, Università e integrazione dei servizi formativi) una riflessione organica che si è tradotta, nello stesso maggio 2000, nella elaborazione di prime "Linee Guida" [Nota 6], sottoposte poi alla consultazione degli attori dell'intero sistema scolastico-formativo, per recepirne proposte, indicazioni e integrazioni al fine di redigere una seconda nuova versione da portare nelle sedi istituzionali della concertazione regionale per una loro discussione e approvazione definitiva.
Nelle Linee Guida la Regione Emilia Romagna delinea una prospettiva per la costruzione di un sistema integrato di istruzione e formazione professionale per gli adulti, constatando che, fino a quel momento, l'offerta formativa per gli adulti si era prevalentemente caratterizzata con modalità "parallele", cioè in termini di distinta e separata attivazione di corsi di istruzione di base, o di attività-corsi di formazione professionale continua, mentre risultavano ancora poco diffuse esperienze integrate di offerte di istruzione (ai vari livelli scolastici), di qualificazione e sviluppo professionale e di riconoscimento e valorizzazione di competenze già acquisite.
Obiettivo centrale delle Linee Guida regionali è stato quindi quello di indicare la prospettiva della costruzione progressiva di un "sistema integrato dell' education " capace di rispondere alla crescente differenziazione dei bisogni formativi della popolazione giovane-adulta, adulta e anziana, sensibilizzando, stimolando e supportando i vari attori nella progettazione e nello sviluppo di "modalità innovative di formazione continua all'interno di una struttura di educazione degli adulti", con particolare attenzione per la valorizzazione delle competenze acquisite, capitalizzabili, riconoscibili, certificabili e quindi concretamente spendibili nel percorso personale di formazione e di lavoro.
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3. La formazione degli adulti in situazione di marginalità sociale e lavorativa
Come è noto, la legislazione italiana ha assunto con la legge 328/00 [Nota 7] l'obiettivo della costruzione di un sistema di protezione attiva , incentrato sull'autonomia della persona, sulla valorizzazione delle sue risorse e di quelle della comunità, e mirante a creare le condizioni per l'inclusione sociale di tutti i soggetti, in particolar modo di quelli a rischio di marginalità.
Con i suoi " Indirizzi per il sistema formativo integrato dell'istruzione, della formazione professionale, dell'orientamento e delle politiche del lavoro-Biennio 2003- 2004 " , la Regione ER ha individuato nello sviluppo di politiche integrate e nel potenziamento degli interventi a favore di gruppi svantaggiati lo strumento principale per fronteggiare i bisogni emergenti dal tessuto sociale e dal sistema produttivo, tenuto conto dei cambiamenti in corso.
Inoltre, la nuova legge regionale del giugno 2003 : "Norme per l'uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l'arco della vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro " , riconosce nel sapere il "decisivo elemento di sviluppo personale e sociale" e dichiara l'intenzione di "promuovere un sistema di istruzione e formazione non solo per tutti, ma anche per tutto l'arco della vita". Sottolinea come l'insuccesso formativo colpisca ancora troppi giovani e come esistano "fasce di popolazione adulta che, partendo da livelli di scolarizzazione mediamente più bassi rispetto a quelli europei, si devono misurare con processi di forte innovazione, con la conseguente necessità di aggiornare rapidamente e con continuità le competenze necessarie nell'ambito della società della conoscenza." Attribuisce agli EE. LL. la responsabilità di operare "affinché si riducano i rischi di una vera e propria esclusione dal sapere, condizionante elemento di svantaggio che apre prospettive di sottoccupazione, disoccupazione, precarietà ed emarginazione sociale".
Gli interventi che la Regione ER individua a sostegno dell'inclusione sociale non sono, dunque, soltanto quelli propriamente connessi alla formazione professionale e all'aumento dei livelli di occupazione, inserimento/reinserimento lavorativo, ma anche quelli dell' istruzione, dell'accesso al sapere, dell'apprendimento per tutto l'arco della vita .
In merito a questo centrale problema della formazione in contesti di marginalità, pensiamo di fare cosa utile citando e riprendendo in sintesi alcune indicazioni che emergono dal "Rapporto di valutazione intermedia del POR della Regione Emilia-Romagna" [Nota 8], un rapporto molto dettagliato e articolato (curato dal Centro Ricerche Affari Sociali - CRAS) che offre un'ampia lettura delle attività realizzate nella regione ER relative al periodo di programmazione 2000-2002. Il Rapporto, benché centrato prevalentemente sulle politiche regionali a favore dello sviluppo di progetti per l'occupabilità, delinea anche un quadro utile alla conoscenza delle opportunità realizzate - grazie ai finanziamenti regionali e prevalentemente del FSE - a sostegno della formazione di pubblici adulti in situazione di marginalità sociale e lavorativa, indotta da condizioni di svantaggio anche culturale.
Il Rapporto, nel suo cap.5, analizza infatti lo stato di attuazione delle politiche di inserimento e reinserimento sociale di gruppi particolarmente svantaggiati (disabili, immigrati, detenuti, tossicodipendenti, nomadi.) alla luce degli obiettivi del POR del FSE, Obiettivo 3 (prevalentemente attraverso la Misura B 1). Classifica gli ambiti fondamentali degli interventi:
percorsi di inserimento lavorativo per i diversi target in condizione di svantaggio sociale;
percorsi formativi e di orientamento al lavoro;
percorsi di formazione e transizione al lavoro;
percorsi di formazione per operatori nei settori di intervento legati al disagio sociale.
Accanto a questi dati, dettagliatamente riportati in tabelle di sintesi, il Rapporto fornisce, inoltre interessanti dati relativi:
- alla partecipazione di lavoratori stranieri al tessuto produttivo locale e alle dinamiche migratorie in ER (3,2% sul totale della popolazione, dato del 2002), che hanno riguardato in particolare le province di Re, Bo, Pr e Ravenna;
- alla popolazione carceraria in ER (il 7% del totale nazionale delle persone in stato di detenzione) e alla popolazione nomade (maggiormente concentrata nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena).
Si ritiene opportuno fare riferimento a questi dati del Rapporto CRAS, in quanto tali utenze sono presenti in misura a volte anche rilevante tra i pubblici adulti cui si rivolge l'offerta formativa dei CTP della nostra regione, con interventi significativi e tendenti a ridurre il rischio dell'esclusione sociale e culturale.
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- Ordinanza Ministeriale n. 455 "Educazione in età adulta - Istruzione e formazione" , MPI, Direzione generale Istruzione Elementare, Direzione Generale Istruzione Secondaria di 1° grado, 29/7/1997.
- I Centri Territoriali Permanenti in Emilia Romagna, inizialmente 12 nell'anno scolastico 1998/1999, sono diventati ora 32, così suddivisi:
provincia di Bologna: 8; provincia di Modena: 5; provincia di Reggio Emilia: 6; provincia di Parma: 4; provincia di Piacenza: 4; provincia di Ferrara 1; provincia di Ravenna: 2; provincia di Forlì-Cesena: 1; provincia di Rimini: 1.
Tra questi 28 sono collocati presso la scuola di base: Direzioni Didattiche (6), Istituti Comprensivi (9), Scuole medie (13) e 4 presso Istituti di istruzione superiore (uno di questi nasce come rete tra Istituti Secondari di 2° grado di Parma, coordinata dall'ITG Rondani)
- Per una dettagliata conoscenza degli sviluppi dei CTP e della loro offerta formativa si richiamano:
la pagina web della Sezione Educazione Permanente dell'IRRE ER http://xoomer.virgilio.it/eduadu che riporta i progetti e alcune convenzioni di CTP della regione nei primi due anni della loro istituzione (anni scolastici 1998/99 e 1999/2000);
il libro pubblicato nell'ambito della ricerca ENAIP CEP finanziata con il FSE, bando regionale Ob.3, misura C4: S. Marchioro, E. Morgagni, A. Spallacci (a cura di), La scuola dietro l'angolo. Adulti e istruzione nei Centri Territoriali Permanenti dell'Emilia-Romagna. Una indagine conoscitiva , Rimini, 2001;
le indagini condotte dal Ministero dell'Istruzione sull'offerta formativa dei CTP dal 1998 al 2002 (dati nazionali e loro articolazione per regioni) reperibili in http://www.bdp.it/eda/eda_risorse.php , box "Monitoraggio CTP".
- Ricordiamo a questo riguardo anche le iniziative di formazione integrata dei formatori dei settori formale e non formale dell'EdA realizzate nell'ambito del Progetto ENAIP CEP (FSE, bando regionale) a Rimini e Parma; i focus group condotti nell'ambito del progetto (FSE bando provinciale di Bologna) coordinato da AGEFORM "Costruire un sistema di educazione degli adulti". Questo progetto ha inoltre realizzato una formazione congiunta degli operatori dell'EdA (docenti di scuola, della FP, esponenti dell'associazionismo/volontariato formativo e culturale e rappresentanti degli EE.LL) tra i mesi di marzo-maggio 2002.
- Anche questo documento è consultabile nella citata pagina web http://xoomer.virgilio.it/eduadu della Sezione Educazione Permanente dell'IRRE ER, nel box "Rapporti IRRE-Regione ER".
- Linee - Guida della Regione Emilia-Romagna. Educazione degli Adulti. Bozza per la discussi one, Regione Emilia-Romagna, Assessorato al Lavoro, Formazione, Scuola e Università, Servizio Scuola, Università e Integrazione dei Sistemi Formativi, maggio 2000.
- "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" , 8 novembre 2000.
- CRAS (a cura di), P. O. R. EMILIA-ROMAGNA OBIETTIVO 3- 2000- 2006 F .S.E., Rapporto di valutazione interme dia, Roma, 2003, http://www.form-azione.it/form-azione/documenti/intermedia.pdf